Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, Camera dei Deputati, 1 febbraio 2006 PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05322. MARCO BOATO. Signor Presidente, signor ministro, due giorni fa il presidente della regione Lombardia, Formigoni, e qualche settimana fa il presidente della regione Veneto, Galan, hanno rivolto attacchi pesanti (quelli da parte di Galan sono stati anche volgari, mentre quelli di Formigoni sono stati più corretti) nei confronti delle autonomie speciali del Trentino e dell'Alto Adige. Tuttavia, nulla risultano aver fatto né i due presidenti della Lombardia e del Veneto, né il Governo nazionale di centrodestra per attuare l'articolo 119 della Costituzione, modificato nell'ottobre del 2001, in materia di federalismo fiscale. Inoltre, nulla sembrano aver fatto Formigoni e Galan per acquisire le nuove competenze di cui potrebbero avvalersi, in forza del nuovo articolo 116, comma 3, della Costituzione. Risultano, quindi, del tutto pretestuosi ed ingiustificati detti attacchi alle autonomie speciali... PRESIDENTE. Onorevole Boato, concluda! MARCO BOATO. ... da parte di due presidenti di regione che sono stati, come il Governo, totalmente inadempienti rispetto ai loro compiti istituzionali. PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere. CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il primo quesito posto dall'onorevole Boato riguarda le iniziative assunte in materia di federalismo fiscale. Si ricorda, al riguardo, che la recente riforma costituzionale, concernente la Parte II della Costituzione, non modifica l'attuale assetto dell'articolo 119, di cui vengono ribaditi, dunque, contenuti e struttura. Tale riforma reca, in particolare, una profonda modifica del bicameralismo, con la connessa istituzione del Senato federale quale espressione di sintesi delle autonomie territoriali. La medesima riforma prevede, inoltre, una revisione del sistema delle competenze legislative tra Stato e regioni. In altre parole, il Governo ha dato priorità all'architettura istituzionale, che deve precedere, logicamente, la razionalizzazione e la revisione del sistema della finanza pubblica regionale e locale. Ciò comporta che debba essere delineato prima l'assetto delle competenze tra Stato e regioni, per poi dare corso alla legge di coordinamento della finanza pubblica, prevista in Costituzione, che dovrebbe tracciare le linee fondamentali del sistema tributario ai diversi livelli di governo e del sistema perequativo, nel rispetto dell'autonomia degli enti territoriali. Sul piano dell'attuazione della riforma costituzionale varata nel 2001, si ricorda che, nel 2003, è stata approvata la cosiddetta legge La Loggia. Si segnala, in particolare, che, nel mese di luglio del 2005, il Consiglio dei ministri ha adottato in via preliminare, in attuazione di detta legge, uno schema di decreto legislativo di ricognizione dei principi fondamentali in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici. Per quanto riguarda specificamente il coordinamento della finanza pubblica, con legge n. 289 del 2002 è stata istituita l'alta commissione di studio per indicare al Governo i principi generali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, ai sensi degli articoli 117, 118 e 119 della Costituzione, in altre parole i principi cardine del federalismo fiscale. Un ulteriore tassello in tema di federalismo fiscale è stata la questione correlata all'attuazione del decreto legislativo n. 56 del 2000, approvato nella scorsa legislatura. Tale decreto, tuttavia, ha mostrato gravi difetti, in particolare per quanto riguarda i meccanismi perequativi, non consentendo di eliminare i conflitti distributivi tra zone ricche e povere del paese. La perequazione prevista dal decreto legislativo citato è stata, tra l'altro, imperniata su tributi distribuiti in modo fortemente disomogeneo sul territorio nazionale. A fronte di tali aspetti critici, evidenziati, in particolare da alcune regioni, si è reso necessario dapprima sospendere l'efficacia del decreto e, successivamente, intervenire soprattutto sulla base di un accordo raggiunto con le regioni nel 2005, attraverso la sua modifica, formalizzata nella recente legge finanziaria. In prospettiva, il tema del federalismo fiscale assumerà una rilevanza sempre maggiore nell'agenda del Governo. Si tratterà, tuttavia, di un passo successivo rispetto alla redistribuzione delle competenze statali e regionali, sulle quali la recente riforma costituzionale è intervenuta sia per rafforzare l'autonomia regionale sia per correggere alcune palesi incongruenze contenute nella riforma del 2001 sia, infine, per garantire la rappresentanza delle autonomie regionali nel Senato federale. Una volta rimodulato il quadro delle competenze, finalmente si potranno affrontare compiutamente le tematiche correlate agli aspetti finanziari, anzitutto attraverso un efficace sistema di trasferimento delle risorse, che consentirà alle regioni di esercitare appieno le competenze loro assegnate e successivamente, entro tre anni, attraverso l'implementazione del meccanismo del federalismo fiscale. L'ultimo aspetto da affrontare è relativo al regionalismo differenziato. Esso, sinora, non è stato utilizzato da alcuna regione, ma, come noto, è stato abrogato nella recente riforma costituzionale, proprio perché avrebbe provocato differenze non comprensibili e non accettabili tra le varie regioni italiane. PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di replicare. MARCO BOATO. Signor Presidente, ringrazio il ministro, per la risposta molto puntuale ed attenta che ha dato. Tuttavia, debbo dire che rimane, purtroppo, confermato il giudizio che ho espresso. Il ministro ha parlato di provvedimenti che saranno assunti entro i prossimi tre anni e di un'alta commissione di studio. Con le alte commissioni di studio, tuttavia, si studia, ma non si attua quel federalismo fiscale che è in Costituzione, in vigore dall'ottobre del 2001 e che è stato introdotto dalla riforma varata dal centrosinistra, riforma di cui - come ha affermato giustamente il ministro - il centrodestra non ha cambiato nemmeno una virgola, stando a significare che si tratta di una riforma assolutamente valida. Le mie obiezioni sono in capo al Governo rispetto alla circostanza che più che commissioni di studio, sul piano operativo non ha fatto nulla, a distanza di quattro anni dall'introduzione del federalismo fiscale. Su tale terreno le mie obiezioni sono rivolte soprattutto in capo ai due presidenti Formigoni e Galan, i quali, a loro volta, non hanno fatto assolutamente nulla per sollecitare il federalismo fiscale e si sono «svegliati» a poche settimane dalle elezioni. Questi ultimi non hanno fatto assolutamente nulla per avvalersi dell'articolo 116, terzo comma della Costituzione, introdotto dal centrosinistra, che è in vigore e che potrebbe far acquisire loro nuove competenze ed autonomie. Nel frattempo, i medesimi criticano il Trentino e l'Alto Adige, che hanno uno statuto basato su un ancoraggio internazionale - ossia l'accordo De Gasperi-Gruber -, che hanno competenze che nessun'altra regione ha e che, quindi, hanno spese pubbliche enormemente superiori a quelle di qualsiasi altra regione a statuto ordinario, in materia di sanità, di scuola, di previdenza integrativa, di viabilità statale, ed altro. L'ignoranza colossale che Formigoni - sia pure con un linguaggio più rispettoso - e Galan - con un linguaggio offensivo e volgare - dimostrano nei confronti delle loro inadempienze, di quelle del Governo e delle capacità e competenze del Trentino e dell'Alto Adige è francamente sconcertante. Prendo, tuttavia, in parola il ministro Giovanardi rispetto ai programmi futuri. Ritengo, tuttavia, che tali programmi forse li realizzerà - e lo auspico - il Governo Prodi.
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MARCO BOATO |
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